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Terra di passioni estreme

L’arte non riproduce ciò che è visibile, ma rende visibile ciò che non lo è.

Quando Furore scende sulla Costa si scopre la meraviglia di un piccolo Fiordo, nel quale il mare trascende in un colloquio intimo e sensuale con la terra.
Qui, fra queste “discoscese rupi sopra l’onde pendenti”, il mare si spinge nella sfera del divino. L’acqua s’insinua nella terra quasi a fecondarla, con un rito che si ripete attimo dopo attimo fino all’eternità. Il borgo marinaro, il sentiero perduto nel bosco sono solo tenui tracce per intraprendere il tuo viaggio in questo mondo incantato, preso in prestito da una fiaba.
Una fiaba che t’impedisce di restare ad aspettare una storia qualunque, perché ti offre la più bella storia che tu possa immaginare. Quella tra Anna Magnani e Roberto Rossellini che qui costruirono il loro nido d’amore. Alle prime ombre della sera, quando il mare cominciava a tingersi di violetto, i due si dileguavano fra queste insenature, nei silenzi odorosi delle notti d’agosto. Ma la gelosia di lei era pronta a scatenarsi ad ogni minaccia. La tempesta annunciata scoppiò al culmine di una scenata di gelosia. Lui non la raggiunse e lei partì, lasciandolo per sempre.
Antica e senza soste in questa terra di passioni è la cura dei vigneti. Qui il vino cattura il sapore e il profumo della montagna, dove le viti si sdraiano su pergolati costruiti su terrazze di pietra e terra che dirupano verso il mare, nella più arida agricoltura del mondo. Vini estremi. Vini eroici, figli della fatica, del sudore e della laboriosità contadina. Un bianco di freschi profumi e un rosso che passa, lento, per botti di rovere restituiscono entusiasmo e febbre di vita.

Ma Furore è anche arte. Nella Cappella di Santa Margherita, all’interno della Chiesa di San Giacomo, affreschi di scuola bizantina, attribuiti a Odorisio, pittore salernitano della scuola di Giotto, raccontano la storia della “santa venuta dal mare”. Nella Chiesa di Sant’Elia è conservata una pala quattrocentesca di Antonello da Capua, raffigurante la Madonna fra San Bartolomeo e Sant’Elia, considerata l’opera pittorica più importante della Costa d’Amalfi.
E così, con la passione che li ha sempre animati, i Furoresi hanno continuato a far dipingere sui muri con rinnovata modernità le loro storie, le loro leggende. Lungo la strada che serpeggia questo sparso abitato hanno creato una galleria d’arte en plein, un museo a cielo aperto con centinaia di opere pittoriche e scultoree realizzate da pittori e scultori qui giunti da tutto il mondo..
Furore: “paese dipinto”, terra di passioni estreme!

Bernard Shaw

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