È proprio vero: l’ incrocio latino slavo produce sempre ottimi risultati. Erminia, figlia di Domenico fu Cuomo, furorese puro sangue e di Adele Tomic, bosniaca di Mostar, ne è l’ ennesima riprova.
Secondogenita di ben tredici fratelli e sorelle, ha svolto fin dalla più tenera età il ruolo di regina dei fornelli, imparando a cucinare per la propria famiglia fin dalla tenera età. Per un breve lasso di tempo fu affidata alle suore carmelitane del Collegio Stella Maris di Maiori, fino a che non si verificò la terribile alluvione che spazzò via case e palazzi, causando centinaia di morti e dispersi . Fu una notte tragica quella del 25 Ottobre 1954, ma per fortuna il complesso che ospitava centinaia di ragazzi tra cui Erminia ne rimase illeso. E cosi papà Domenico, trafelato si precipitò a Maiori per riportarla a casa - tutta presa da gran spavento, ma sana e salva - a fare in via definitiva la madre nella famiglia che continuava a crescere.
13 fratelli e sorelle...
Tradizione con semplice passione tra celo, mare, verde e cucina
Poco tempo dopo...
l’abile minatore in coppia con suo fratello Aurelio trovarono lavoro presso un’impresa di costruzioni impegnata a realizzare il tratto di autostrada che da Salerno porta a Vietri sul Mare. I due fratelli per evitare l’andirivieni giornaliero si sistemarono in un appartamento a luopo preso in fitto in quella zona portandosi dietro la bambina e affidandole l’ incarico di provvedere alle faccende domestiche : riassettare la casa, lavare i panni e soprattutto, preparare da mangiare. La piccola dimostrò subito doti innate di cuoca provetta.
Passarono pochi anni e , Erminia ancora minorenne si fidanzò e presto si sposò con Raffaele Ferraioli, titolare con la sua famiglia dell’ antica trattoria del paese, all’ insegna “Bacco”, già all’ epoca accreditata, come “ locale dove si mangia bene“. L’ impatto con la suocera, Letizia, fu più semplice di quel che si temeva. Erminia fu subito messa a proprio agio e poté affinare le proprie esperienze avviandosi su percorsi nuovi anche se comunque legati a filo doppio alla tradizione locale.
A distanza di tempo...
si può tranquillamente affermare che quel tirocinio Le fu molto utile prima per dimostrare a sé stessa di non essere una sprovveduta e poi per diventare protagonista di una cucina ricca di fragranze semplici quanto raffinate, rare quanto pregiate. Ci piace citare alcuni piatti che compongono il suo vasto repertorio : Reginette al pesto furitano, Cavatelli alle foglie di capperi, Linguine alla colatura di alici, Totani e patate, Migliaccio, Minestra maritata e un’ infinità di altre leccornie.
Nonostante la strana teoria, dura a morire, secondo la quale i grandi chef sono solo quelli di sesso maschile, si può tranquillamente affermare che Erminia Cuomo ne rappresenta la più clamorosa smentita. Non a caso, Bacco è segnalato sulle piu’ presigiose guide enogastronomiche ed è inserito fra i Bib Gourmand della Michelin. Tutta presa dal suo lavoro ma con occhio sempre attento ai quattro figli (Letizia e Domenico impegnati nell’ azienda di famiglia; Andrea al timone dell’ “Albergo Margherita” di Praiano, Gian Maria titolare del ristorante “Il Riccio” a Manhattan.) Erminia ha tagliato il traguardo dei cinquant’ anni sia come moglie che come cuoca. Queste nozze d’ oro costituiscono un nuovo stimolo che, lungi dal convincerla a smettere, la spingono a continuare a “divertirsi” dietro ai fornelli per la gioia dei tanti buongustai che sempre più numerosi si recano come in pellegrinaggio nel suo piccolo “santuario”.