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Castellammare, Gragnano, Agerola, Furore, Amalfi. Storie, sapori e testimonianze dell’altra Costiera

In uno scenario unico al mondo, vini eroici e saporiti formaggi, patate memorabili e una rassicurante cucina marinara. Luoghi piccoli, ma pieni di storie, di passioni e di energie. Tutte da scoprire in un week end gastronomico tra i boschi e i monti e gli affacci a picco sul mare della Costiera.

21-Febbraio-2014

“Lo dobbiamo a Ferdinando di Borbone se da Amalfi si arriva a Napoli via terra. Prima non c’era che il mare, o in alternativa oltre mille scalini per scavalcare la catena dei Lattari. Questo, se ha creato un secolare isolamento dei centri collinari, ha favorito la sopravvivenza di un ambiente e di tradizioni altrove scomparsi. Così Amalfi – attraverso Gragnano, Pimonte, Agerola, Furore, è a portata di mano. Anche se la nascita della strada le ha fatto perdere uno dei suoi primati”

Raffaele Ferraioli, storico sindaco di Furore, non ha dubbi. La più antica delle Repubbliche Marinare vantava lungo la Valle dei Mulini la presenza di rinomati pastifici, che il nuovo percorso ha spazzato via. Così il primato della pasta è passato a Gragnano, a metà strada verso Napoli e a due passi da Castellammare, ricca di acque: clima ideale e senza l’inevitabile umidità che comprometteva la buona qualità della pasta, nel viaggio via mare da Amalfi a Napoli.

(…) Furore è noto come il paese che non c’è, proprio per l’insediamento sparso del suo abitato. Così resta un territorio tutto da scoprire, e spesso imprevedibile. Pensate che attraverso una geografia di tornanti arriva a mare in due punti: il celebrato Fiordo, fra i pochi esempi nell’Europa meridionale, e l’insenatura della Praia: forse il borgo marinaro più suggestivo e autentico della Costa». Raffaele Ferraioli è un fiume in piena. Indica i vigneti a pergolato, descrive i vini tutelati da una Doc, si anima per il Premio di Giornalismo, ci invita a visitare il paese-albergo (oltre cinquecento posti letto su ottocento abitanti) e ricorda i mondiali di tuffo dal Fiordo. Lui racconta, racconta, racconta… Sembra un oltraggio fermarlo. Tanta è la carica di fede nei futuri destini del suo piccolo paese. E fermarsi vuol dire, comunque, godersi una buona cucina di mare e di casa (coincidono, qui) affacciati su una delle più belle terrazze a strapiombo sulla Costiera. Vale la pena, anche solo per un paio di giorni. Coccolati dalla cucina di Erminia e Rosa Cuomo, spaghetti alla colatura di alici in primis: delicati e golosissimi.

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